Il Fiume invisibile

Il quotidiano La Stampa, il 5 dicembre 2016, in relazione alla schiacciante vittoria del NO al Referendum Costituzionale del giorno precedente, in prima pagina commenta così: “La lunga marcia degli invisibili che non credono più ai leader”.

Ebbene. Mai commento è stato più azzeccato.

Il mio pensiero sulle reali finalità del Referendum in questione ho già avuto modo di manifestarlo.

Per quanto mi riguarda, la consultazione popolare del 4 dicembre è stata null’altro che un demagogico strumento per cacciar via un Premier ormai bruciato, un uomo che le grandi le banche europee non ritenevano più in grado di assolvere i suoi compiti.

E per farlo, per giunta, ricorrendo al voto di un elettorato che da troppo tempo lamentava di non esser più chiamato in causa. Che da anni, ormai, denunciava gli oscuri giochi di potere di lobbies assolutamente contrarie a ogni vera democrazia.

D’altra parte, i numeri erano chiari. Nessuno, lasciando da parte l’eventualità di qualche broglio, avrebbe potuto credere che Renzi riuscisse a spuntarla avendo il mondo contro.

Ma quello che conta adesso, a mio parere, non è tanto il risultato politico.

Non sono tanto gli effetti che questo voto avrà. Perché dalle nostre parti, funziona così, lo sappiamo.

Le modifiche alla Costituzione, prima o poi, le faranno.

Quanto meno nell’immediato, voglio dire.

Quel che importa, però, è quella immensa comunità di “invisibili” di cui così ironicamente parlano i giornali.

Perché, diciamocelo chiaro, qui si parla di noi.

Di noi. Dei nostri giovani, per esempio. Che hanno ricominciato a interessarsi di politica non certo grazie a quelle poche, patetiche e pallosissime ore di Educazione Civica che sono costretti a sorbirsi tra i banchi di una scuola pubblica che cade a pezzi.

Quei ragazzi che vogliono capire, finalmente. Che su internet litigano, si insultano, ma vanno a informarsi in prima persona. Che dei telegiornali pieni zeppi di balle non si fidano più. Che leggono direttamente la Costituzione sui blog, che confrontano, che si sorprendono. Che si incazzano.

Quel popolo di invisibili siamo noi, quelli buttati fuori dalle redazioni. Noi che scriviamo bene, accidenti. Che siamo preparati, che abbiamo le idee e la voglia di cambiar le cose, ma che nessun giornale mai potrebbe assumere senza rischiare la chiusura, il giorno dopo.

Ed è vero. È proprio vero. Noi “invisibili” ai “leader” non crediamo più.

Perché quei social che tanto possono nuocere alla nostra libertà se lasciati troppo a lungo nelle mani dei potenti, stanno invece facendo il miracolo.

Tra una ripetizione di Latino e l’altra, o allattando il pupo, oppure seduti in un caffè o in un centro commerciale, facendo lo slalom quotidiano tra occupazioni umilianti e sempre più precarie, la nostra gente dialoga.

Lo fa appassionatamente, a 140 caratteri per volta, magari anche in modo sgrammaticato.

Ma discute, riflette, cerca di capire, sentendosi investita finalmente di una responsabilità nuova, inedita.

Per certi versi quasi “proibita”. Una responsabilità che nessuno dei nostri “leader” vorrebbe mai riconoscerci.

I social ci stanno cambiando. Internet, ci sta cambiando. I forum stanno diventando ormai il nostro vero Parlamento. Senza poltrone, senza una lira, senza nessuna qualifica o appellativo. Senza onorevoli o cavalieri, il nostro popolo di “invisibili” si sta riprendendo il mondo. E il rousseauniano miraggio di una Democrazia vera, di una Democrazia diretta, sta diventando realtà.

Anche per i molti che non se ne accorgono, che ancora storcono il naso al solo sentirne parlare.. Ma che, continuando a confrontarsi e a scontrarsi in rete, giorno dopo giorno, gradatamente, si addestrano, si allenano, si abituano a quel far politica che così tanto, ora, sembra spaventarli.. Un po' come il gattino appena nato, che col suo giocar spensierato, rincorrendo fulmineo il gomitolo, rafforza ogni giorno di più la sua abilità di futuro predatore.

Osservateci bene, signori. Non trascurateci troppo, fate attenzione.

Vecchi o giovani, uomini o donne, bianchi o neri, credenti o atei, quell'unico, immenso, irrefrenabile e variegato Fiume in piena, che sta scorrendo alle vostre spalle e che presto spazzerà via per sempre tutta la vostra schifosa immondizia, siamo Noi.

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Referendum E se avessimo fatto noi, il lavoro sporco?