"Imprenditore scolastico" cercasi…

Chissà se da queste parti gira qualcuno che ha i soldi.

Qualcuno che ne ha parecchi, e che vuole investir davvero nel futuro della nostra gente.

Perché se veramente c’è qualcuno che ne ha e che ci vuol provare, io gli suggerirei di pensare a una scuola.

Una scuola, sì. Perché, diciamolo: è evidente. Anche se la massa, appena succede qualcosa di brutto, pensa subito a rafforzare le misure di polizia, a moltiplicare le telecamere nelle strade, a inasprir le sanzioni e a ripristinare la pena di morte, l’unica soluzione vera, realmente capace di risistemar le cose, è la scuola.

Una scuola che torni a educare. Che addestri alla riflessione. Così da insegnare ai giovani l’importanza del mettersi nei panni degli altri. Che trasmetta agli studenti la capacità di concentrarsi, di meditare sulle proprie azioni, e di domandarsi ogni volta se quel che stan per fare lo accetterebbero dagli altri.

Ecco. Io, a un riccone dal cuore lastricato d’oro, presenterei volentieri il progetto di un Polo d’istruzione privato e parificato assolutamente nuovo. E sarei il primo a lavorarci con passione. Inizialmente andrebbe bene anche un singolo istituto, collocato in una grande città e capace di far parlare presto e bene di sé. Poi, pian piano, tireremmo su un vero Polo laico e indipendente. Un sistema di istruzione in grado di emanare e trasmetter passione, sollevare interesse, incollare i ragazzi alla sedia trasformando lo stantio "obbligo scolastico" in voglia matta di imparare, di ascoltare, di informarsi continuamente e di capire. Un sistema che insegnasse a esser liberi e che spingesse verso la continua ricerca, facendo leva sulla curiosità e sull’onestà intellettuali. Una catena di scuole vincenti, insomma; in cui - son più che certo - si riverserebbero presto migliaia e migliaia di famiglie sempre più schifate dall’attuale, corrotta e inefficiente scuola statale.

Questo nostro Polo potrebbe beneficiare comunque di finanziamenti pubblici, per carità. Della serie: li avete voluti riconoscere alle private per fare un favore ai vostri preti? Okay, ora noi ci manteniamo formalmente all’interno dei parametri del vostro MIUR, e voi in cambio cacciate i soldi, beccandovi così quelli che saranno gli uomini liberi di domani (non "cittadini", eh?, ancor meno "consumatori" o comunque i bambocci che finora avete plasmato per tenere in piedi il vostro elettorato ideale). Uomini, miei cari. Uomini veri.

Una scuola che all’inizio, forse, costerebbe un po’. Ma che alla lunga produrrebbe enormi guadagni. Tutti gli incalcolabili guadagni derivanti dal mettere in circolazione, per le strade del mondo, uomini finalmente “ricchi”. Ricchi, ricchi! Ricchi sfondati. Con le tasche straripanti di tutta quell’autonomia morale e intellettuale necessaria per spazzar via, in una botta sola, l’orrore infinito che - giorno dopo giorno - sta inesorabilmente soffocandoci tutti.

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Cellulari in classe. L'ennesima sconfitta

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Lettera a Maltese