L’Isola deserta

1° settembre 2023

Anni e anni: decenni, a pensare che ogni giorno è peggio. Che non se ne può più.
Che questo mondo fa schifo. Che la sofferenza è ormai insopportabile… E che vorresti scappare. Fuggire via, lontano da tutto. Via, via! In un posto in cui ripartire da zero.
In un’isola, ecco. Un’Isola deserta!
Lo dici sempre, ma il coraggio ti manca. Staccarsi da tutto, in effetti, non è poi tanto comodo… Ma un giorno accade l’inverosimile. Stanco del mondo, definitivamente stufo, decidi di salir sulla tua barca e di cercarla. Di provare a cercarla davvero, quell’Isola. E la cosa incredibile, quella effettivamente più incredibile, è che a un certo punto, la avvisti. E’ lei, proprio lei! la riconosci a distanza. Ne avverti il profumo, come se la conoscessi da sempre. E quando sbarchi, quando avvinci il legno alla pietra e ti volgi a guardarla, il cuore si riempie di gioia. L’Isola, la tua Isola, è davvero quella.
Ti avventuri nei suoi meandri, ti fai avvolgere inebriato dal canto degli uccelli che salutano festosi il tuo arrivo. Ti spingi in profondità, permettendole di abbracciarti completamente, di circondarti della sua variopinta solitudine. Innumerevoli volte stupisci, di fronte alla sua selvaggia bellezza. Innumerevoli volte ti fermi e siedi letteralmente in estasi, a contemplar la sua perfezione. Tutto è autentico, tutto è incontaminato. L’Isola è tua. Soltanto tua! Vale la pena di fermarsi, trovare un posto in cui abitare. Un rifugio sicuro e silenzioso, tra le sue calde braccia. Un terreno fertile in cui gettar radici.
Poi, col passar dei giorni, ti accorgi che l’Isola, la tua Isola, può esser migliorata. Senti che a volte sembra un po’ troppo inospitale, eccessivamente selvatica. Son caratteristiche, queste, che mal si accompagnano alla quotidianità, ti dici. Perché se di radici si parla, la vita reale deve pur poter fluire, in quei meravigliosi luoghi. Mica puoi vivere sempre in un sogno! Per carità… un po’ di sgomento si affaccia al tuo animo, va detto. Perché l’Isola è grande, persin troppo grande. E forse, fosse stata un po’ più piccola, adesso avresti un po’ meno da fare… Ma le cose, ormai, stanno così. Quella è la tua Isola. E con quella devi ormai misurarti.
Così prendi a far delle modifiche. Delle piccole modifiche. Ma ogni volta che ne fai, che rendi più vivibile un angolo di quel paradiso, confrontandolo col resto ti accorgi di quante altre zone vadano ancora bonificate. Troppo selvatica! Troppo solitaria, quest’Isola, dici tra te e te. E di miglioria in miglioria, poco per volta ti cresce dentro - sempre più forte - l’esigenza del… Contatto. Lì è tutto bello: bellissimo, per carità. Tutto così perfetto, soprattutto dopo i tuoi mille, impegnativi contributi… Ma qualcosa non va. Non va ancora. Qualcosa di importante… Manca, appunto, il contatto. Ti mancano i tuoi. Gli amici, i parenti. Adesso ti mancano quelle voci, quei saluti festosi. Quei rapporti che non sopportavi più e dai quali, deluso, avevi scelto di fuggire. E che adesso, tutt’a un tratto, ti appaiono importanti.
Quindi decidi di ripartire. Ti fai abbracciare ancora una volta dalla tua Isola, prometti di far ritorno presto, e ti allontani pian piano, con la tua piccola barca.
Tornato nel mondo, ci metti pochissimo a renderti conto di quanto ti manchi la tua Isola. E, dopo qualche giorno, sei già lì a programmare il tuo ritorno. La tua Isola è là, che ti aspetta. Come hai potuto esser così sciocco da abbandonarla?
Così ti rimetti in mare, stanco di quel mondo affollato di gente ipocrita e insensibile. I remi solcano dolcemente l’acqua limpida e fresca. Il profumo cresce di ora in ora. E a un certo punto la tua Isola è di nuovo lì: immobile, ferma, pronta da sempre ad attenderti.
Nei giorni successivi elabori un pensiero. In effetti questo su e giù dal deserto al mondo è faticoso. La manutenzione della barchetta, alla lunga, si rivelerà senz’altro proibitiva. Le forze calano, e tutto quello sforzo, quei chilometri passati a remare, non può certo dirsi sostenibile, a lungo andare.
A quel punto decidi di intraprendere un’impresa pazza. Assolutamente pazza. Un ponte! Un piccolo ponte che colleghi la tua bella Isola al mondo. Un ponticello esile, ma sicuro, che ti permetta di andare e venire quando vuoi. Senza nemmeno bagnarti i piedi, ecco. E che consenta ai tuoi cari di venirti a trovare. Di poter finalmente assaporare la meraviglia della tua Isola e di tutte le modifiche che, nel corso dei mesi, le hai apportato.
Il lavoro di realizzazione del ponte si rivela meno complicato di quanto sembrasse. Anche perché a costruirlo non sei solo. Ti aiutano tutti. Parenti, amici, conoscenti… Tutti lì a non veder l’ora di godersi la tua Isola. Si unisce all’impresa anche qualche estraneo di passaggio, a cui prometti in cambio un breve soggiorno da sogno…
Quando il ponte è finito, è tutta un’altra cosa. L’Isola, adesso. è sicura. Vi si può accedere comodamente e, succedesse mai qualcosa di grave (che so: un incendio, un terremoto…) i soccorsi potrebbero approdarvi velocemente. I parenti e gli amici cominciano ad affluire copiosi, in un tripudio di gioia collettivo. Organizzano pranzi e cene, fanno festa e cantano fino all’alba, davanti al fuoco. Altri individui, seppur non invitati, trovano per caso, tra le frasche, l’imboccatura del ponte; e via via si spingono fin dentro le sue intricate foreste. Qualcuno, qua e là, vi si trova talmente bene da decider di costruirsi una capanna. Altri raggiungono l’Isola la domenica, allestendo chiassosi pic-nic. In poco tempo l’Isola si riempie di case e botteghe, e tu pian piano ti rendi conto che, purtroppo, quella terra tanto ambita non è più tua. Che la tua Isola ti ha tradito, accogliendo chiunque. Il cinguettio dei suoi uccelli non è più soltanto per te. Il fresco abbraccio del vento dei suoi rami non è più riservato a te.
Ci sono notti in cui, ultimamente, ti svegli di soprassalto. Stufo di quel rumore, di quella gente ipocrita e superficiale che ormai affolla quei luoghi. In quelle notti ti accorgi che vorresti scappare. Fuggire via, lontano da tutto. Via, via! In un posto in cui ripartire da zero.
In un’isola, ecco. Un’Isola deserta!

Pietro Ratto - BoscoCeduo.it

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